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Finalmente, La Regione Marche sta mettendo a punto la normativa che consente ai piccoli comuni di accorparsi, previo referendum , approfittando anche degli incentivi previsti dalla legge di stabilità. Per province come quella di Fermo, tuttavia, non si tratta di arraffare qualche spicciolo ma di salvare un modello di urbanizzazione del territorio che da secoli ha contribuito a preservarne l’unicità e la bellezza.
E’ inutile nasconderselo, anche rispetto a province vicine come Ancona, Fermo è in grande svantaggio sulle grandi direttrici dello sviluppo economico, dominate dall’innovazione tecnologica. I nostri settori trainanti, calzatura, cappello e poco altro, faticano ad aumentare il loro valore aggiunto e creare occupazione, in balia come sono dei mercati globali.
Le prime vittime di una probabile, lunga stagnazione economica saranno nei prossimi anni i piccoli centri, dove la competitività delle imprese è penalizzata. La sparizione delle Provincie, inoltre, aggraverà l’abbandono di quelle comunità che non reagiscono e si lasceranno morire.
I costi procapite dei comuni sotto ai 3000 abitanti sono già superiori di oltre del 30-
Tra i tanti esempi: un polo scolastico di comprensorio (come quello che stanno immaginando alcuni sindaci della media Valdaso) facilita l’innovazione didattica, la programmazione e lo scambio di esperienze tra insegnanti, oltre a ridurre i costi dei servizi di mensa e manutenzione. Una polizia locale integrata ottimizza le proprie risorse e stimola l’aggiornamento professionale dei vigili. La concentrazione degli appalti su stazioni centralizzate, come sta dimostrando l’ottima avv. Mara Gambini in Provincia, riduce ricorsi e lungaggini, oltre che i prezzi. La gestione in comune dei servizi amministrativi incoraggia l’informatizzazione e l’e-
Serve uno scatto di reni e anche un’assunzione di responsabilità della classe dirigente locale, finora attenta soprattutto alla conservazione del potere. Sfidare le abitudini, rompere (in senso buono) qualche testa dura, dare fiducia ai giovani e ai loro progetti, creare nuove opportunità, su questo sarà giudicata.
Luca Romanelli, 10 Marzo 2016
Finalmente, La Regione Marche sta mettendo a punto la normativa che consente ai piccoli comuni di accorparsi, previo referendum , approfittando anche degli incentivi previsti dalla legge di stabilità. Per province come quella di Fermo, tuttavia, non si tratta di arraffare qualche spicciolo ma di salvare un modello di urbanizzazione del territorio che da secoli ha contribuito a preservarne l’unicità e la bellezza.
E’ inutile nasconderselo, anche rispetto a province vicine come Ancona, Fermo è in grande svantaggio sulle grandi direttrici dello sviluppo economico, dominate dall’innovazione tecnologica. I nostri settori trainanti, calzatura, cappello e poco altro, faticano ad aumentare il loro valore aggiunto e creare occupazione, in balia come sono dei mercati globali.
Le prime vittime di una probabile, lunga stagnazione economica saranno nei prossimi anni i piccoli centri, dove la competitività delle imprese è penalizzata. La sparizione delle Provincie, inoltre, aggraverà l’abbandono di quelle comunità che non reagiscono e si lasceranno morire.
I costi procapite dei comuni sotto ai 3000 abitanti sono già superiori di oltre del 30-
Tra i tanti esempi: un polo scolastico di comprensorio (come quello che stanno immaginando alcuni sindaci della media Valdaso) facilita l’innovazione didattica, la programmazione e lo scambio di esperienze tra insegnanti, oltre a ridurre i costi dei servizi di mensa e manutenzione. Una polizia locale integrata ottimizza le proprie risorse e stimola l’aggiornamento professionale dei vigili. La concentrazione degli appalti su stazioni centralizzate, come sta dimostrando l’ottima avv. Mara Gambini in Provincia, riduce ricorsi e lungaggini, oltre che i prezzi. La gestione in comune dei servizi amministrativi incoraggia l’informatizzazione e l’e-
Serve uno scatto di reni e anche un’assunzione di responsabilità della classe dirigente locale, finora attenta soprattutto alla conservazione del potere. Sfidare le abitudini, rompere (in senso buono) qualche testa dura, dare fiducia ai giovani e ai loro progetti, creare nuove opportunità, su questo sarà giudicata.
10 Marzo 2016